Leggere fa bene all’empatia!

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Il 23 aprile si festeggia la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, un evento nato in Catalogna e patrocinato dall’UNESCO per valorizzare la lettura come strumento di progresso sociale e culturale.

Leggere è importante, lo sappiamo. Ma perché?

Il libro è il più diffuso e potente veicolo di sapere e di conoscenza.
Leggere allena il linguaggio e il pensiero analitico: una ricerca della Emory University, negli Stati Uniti, evidenzia come la lettura di un buon libro aumenti la connettività in un’area specifica del cervello, la corteccia temporale sinistra, responsabile della comprensione del linguaggio e della capacità di analisi.

I più recenti studi nel campo della psicologia e delle neuroscienze dimostrano che leggere è fondamentale per sviluppare l’empatia. Dal greco ἐν che significa “in” e πάθεια che significa “soffrire”, l’empatia è dunque la capacità di immedesimarsi nell’altro e di comprendere il suo stato d’animo.

Una ricerca pubblicata su Science dimostra che per aumentare l’empatia è necessario un particolare genere di lettura. I risultati delle misurazioni, basate su indici cognitivi ed emozionali, dopo aver letto (1) racconti verosimili, (2) romanzi di fantascienza e (3) altre opere, ad esempio di matrice storica, dimostrano che con i racconti verosimili  il livello di empatia è significativamente più alto (Kidd, Castano, 2013)

Da ulteriori ricerche emerge che la narrativa consente al lettore non solo di immaginare cosa pensino e provino i personaggi, ma anche di aumentare la consapevolezza di come egli attribuisca loro stati cognitivi ed emozionali (Mar, Oatley et al., 2009). La narrativa richiede infatti, più di altre tipologie letterarie, di comprendere le peculiarità di ciascun personaggio, la complessità dell’intreccio degli eventi e le varie sfaccettature che si snodano lungo la trama.

Leggere è dunque funzionale allo sviluppo dell’empatia per bambini e adulti, ragazzi e anziani perché, come diceva Umberto Eco: “chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito, perché la lettura è una immortalità all’indietro”.

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